venerdì 14 gennaio 2011

Il giorno della memoria per chi memoria non ne ha

L’Europa contemporanea è stata tragicamente segnata da un cancro devastante chiamato antisemitismo.

Tale malattia seppur presente in secoli pregressi con diverse forme e accenni ha trovato la sua più nefasta espressione nelle dottrine antigiudaiche del Nazionalsocialismo tedesco.
Il movimento politico e di popolo, affermatosi durante gli anni trenta in Germania, nell’arco di un decennio ha prima elaborato e poi reso operative tecniche di distruzione di massa assolutamente impensabili in epoche precedenti, queste furono caratterizzate da una efferatezza tale da aver lasciato una sensazione di ribrezzo in tutti gli osservatori del fenomeno.

La forma di antisemitismo ed odio per il prossimo, perpetrato dal Reich di Hitler, è nata ed ha trovato terreno di coltura in menti malate quali quelle del Fuhrer, Himmler e Goebbels, solo per citarne alcuni, traducendosi poi nelle atroci pratiche delle SS, formalmente deputate a porre in atto quanto teorizzato dai massimi artefici del male assoluto. Inutile sottolineare come indiscusso sia il ruolo di connivenza portato avanti dal popolo tedesco, cieco e sordo di fronte a realtà che gli si palesavano sotto il naso, così come colpevole fu l’ignavia o la collaborazione dei paesi alleati della Germania durante il secondo conflitto mondiale, prima tra tutti l’Italia. In un clima di silenzi colpevoli ed azioni terribili si è consumata la tragedia di sei milioni di donne e uomini che incolpevoli hanno subito le angherie mortali di una concezione malata della politica, della società e dell’economia.

Tra le tante tragedie che la storia ci ha consegnato si ritiene degna di nota quella consumatasi ai danni degli Ebrei italiani di Rodi.
Questi uomini e queste donne, all’epoca dei fatti sudditi del Regno d’Italia, non furono in alcun modo risparmiati dall’immane dramma, trovandosi così nella condizione infelice di dover affrontare la deportazione, la fame e le miserie del campo di concentramento, fino al tragico epilogo della morte consumatosi nelle maniere più disparate e tragiche.

Testimone oculare di ciò è oggi Samuel Modiano, un uomo di grande sensibilità ed umanità che porta in giro il suo bagaglio di testimonianza fatto di dolore e sentimento, di amarezza e fiducia nel futuro.
Modiano oggi è anziano ma non stanco, non rassegnato, nulla lo ha piegato ed oggi leva alta la sua voce affinché il mondo sappia del dolce rapporto con la sorella dell’affetto materno e della grande nostalgia nei confronti di quel padre che fin nei tragici momenti dell’infanzia gli aveva insegnato primo tra tutti il valore della dignità.

5 commenti:

  1. Quella che ancora oggi mi lascia perplesso è stata la connivenza di tutto un popolo a questo massacro.
    Riesco a capire un pazzoide, dieci, cento, mille pazzoidi: succede ogni giorno che persone escano fuori di testa con svariate motivazioni; non riesco a concepire ed accettare che milioni di tedeschi e filonazisti sparsi per l'Europa abbiano potuto perpetrare un crimine di questa portata.
    Dice: non bisogna generalizzare, ci sono stati tedeschi 'buoni' che hanno disapprovato questo sterminio, in qualche caso hanno partecipato al salvataggio di alcune persone; ma sono talmente rari, alcuni forse sconosciuti, che non hanno peso in causa.
    E trovo ancora oggi perlomeno di cattivo gusto che milioni di tedeschi vadano in gita turistica nei paesi martoriati, godendosi sole, mare, monti, bellezze artistiche, sopravvissuti alle loro devastazioni.
    Senza dimenticare che non è stato solo l'antisemitismo a mettere in atto quella vasta operazione di macelleria. I paesi bruciati, le migliaia di persone assassinate, i furti sistematici di qualunque cosa fosse utile o preziosa, dànno l'idea di una enorme congrega di malavitosi, evidentemente sostenuta da tutto un popolo, che non può ritenersi offeso dal disprezzo che ancora oggi suscita, nonostante il passare dei decenni.

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