domenica 20 maggio 2012

Lezione di economia, relatore: un paio di jeans.

Passeggiando per una delle tante aree commerciali presenti nelle nostre città non possiamo fare a meno di indugiare sulle luccicanti ed accattivanti vetrine dei punti vendita di abbigliamento, maglie, camicie, pantaloni, scarpe e poi eccolo li un bel paio di jeans, è proprio lui il nostro docente di economia. Attira la nostra attenzione con voce suadente e sicura, ci chiama ripetutamente dandoci del lei pur sapendo il nostro nome di battesimo. Dopo aver attirato i nostri sensi ci invita ad acquistarlo, in un primo istante ci neghiamo, intellettualmente e finanziariamente compressi da questa finta crisi economica, le valutazioni sono tante di ordine economico, sociale e addirittura morale, d'altronde con un armadio di casa, talmente colmo di capi di abbigliamente è assolutamente "sconveniente" procedere ad un ennesimo acquisto. Consapevoli delle nostre pseudo-rflessioni, l'esimio professor blue-jeans decide di salire in cattedra dimostradoci quanto folli ed inconsapevoli siano tali considerazioni. "Mio caro" Esordisce il rigido capo d'abbigliamento, con voce impostata: "Sai come ho attirato la tua attenzione? Attraverso una sapiente disposizione delle luci e dei colori nella mia vetrina, saggia disposizione fatta da ben due ragazzi, un vetrinista ed un operaio, due giovani ventenni, un creativo ed un tecnico messi assieme con le loro competenze, capaci di dare vita ad un richiamo visivo in grado di farti indugiare con lo sguardo sul manichino in cui io mi trovavo esposto. Un manichinmo prodotto in italia sai?" Prosegue il docente. "Un manichino prodotto, insieme a tanti altri presso una azienda di materiali plastici del nord-est, una fabbrica con 200 operai ed un indotto di ben altre due aziende insomma circa 250 famiglie che lavorano e crescono grazie a quella vetrina realizzata per attirare il tuo sguardo. Ovviamente anche io sono prodotto presso una azienda italiana di moda." SCiorina con sapiente terminologia il pantalone in cotone blu, ormai consapevole di aver fatto breccia nella nostra attenzione. "Ebbene devi sapere che l'azienda in cui sono nato è diventata ormai una multinazionale che produce in mezzo mondo, dando da lavorare a milioni di famiglie, una azienda italiana certo, ma che ormai ha fatto breccia nel mercato globale ed è addirittura quootata in borsa." Un rumore distrae la nostra attenzione, è il cicalio insistente e fastidioso di una macchinetta anti taccheggio (si scrive così?) Cavolo interrompiamo irrispettosamente il nostro interlocutore, ma anche una industria per la sicurezza è coinvolta nel mercato dell'abbigliamento. "Certo!" Ci risponde il jeans, con lo sguardo fiero di un novello Socrate che ha diffuso la sua maieutica. "Industrie per la sicurezza, aziende per la selezione e la gestione del personale, aziende elettriche, fabbriche per la produzione di impianti di climatizzazione, manutentori idraulici ed elettrici, negozi ed ingrossi di ferramenta e minuterie varie, muratori, imbianchini per la manutenzione del negozio e poi tasse ed imposte a favore di Comune, Stato, Provincia e Regione. Tutto per me e grazie a voi che adesso capite quanto sia importante questo acquisto." Abbiamo capito tutto caro professore, lei è quel "c" che abbiamo studiato anni fa in economia, quel moltiplicatore che fa girare il sistema in modo virtuoso, quel famoso consumo che genera economia reale, così differente dalla finanza speculativa e dal monetarismo che mira unicamente a gestire la quantità di moneta sul mercato, senza capire che il mondo è fatto di sangue e non di oro e che quel sangue è la linfa del progresso. Se non ci fossero la scienza, l'ingegno, le braccia ed il sudore, la terra non potrebbe essere arata, il metallo non potrebbe essere plasmato e nemmeno nuove grandi scoperte potrebbero cambiare in meglio in questo mondo. Tutto questo grazie ad un paio di jeans.

2 commenti:

  1. Se ho ben capito se non compro 'quel' signor jeans, tutto si ferma e finisce il mondo.
    Dopo il 19 e 20 di questo mese, il signor jeans può stare in vetrina a filosofeggiare: non lo compro e crepi il mondo (tanto so che creperebbe lo stesso anche se lo comprassi).

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  2. Esatto, finisce il mondo ed in effetti è ciò che sta accadendo, il nostro mondo sta finendo, a meno che non ti infilino in tasca delle belle banconote, questa è la soluzione al problema, solo che nessuno ha il coraggio di stamparle, così come invece fanno inglesi, americani, cinesi, russi, ma hanno fatto in barba a tutte le regole anche gli irlandesi e pace all'anima del patto di stabilità.

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